Malasanità in pronto soccorso, i dati

Malasanità in pronto soccorso, i dati

Secondo il 12° MedMal Report realizzato dall’agenzia Marsh, il Pronto Soccorso è al secondo posto per il rischio di sinistri, preceduto solo dall’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia. Le richieste di risarcimento per un caso di malasanità avvenuto in Pronto Soccorso rappresentano infatti il 14% del campione nazionale analizzato dal Report. Vediamo come mai il Pronto Soccorso vanta questo infelice podio.

Il Pronto Soccorso è un reparto molto soggetto a errori e sinistri per via della sua stessa natura. Questo è infatti un luogo con un livello di attività elevato, il più alto di qualsiasi altro reparto ospedaliero. 

Oltretutto, tutte queste attività sono spesso contraddistinte dalla necessità di elaborare informazioni molto velocemente, di prendere decisioni nell’immediato, di interpretare correttamente e velocemente i referti: tutte situazioni potenzialmente a rischio di errore.

In particolare, sono due i processi che aumentano l’eventualità che si presentino casi di malasanità: il Pronto Soccorso deve infatti sia attribuire il corretto codice triage (codice rosso, arancione, giallo, bianco, blu) sia avviare il giusto processo di diagnosi, da cui dipende il tipo di percorso che il paziente intraprenderà per ricevere assistenze, trattamenti e cure.

Ebbene: il 60% dei sinistri denunciati in Pronto Soccorso si sviluppa proprio in relazione alle procedure diagnostiche, che possono essere ulteriormente suddivise in errori, omissioni e ritardi nella diagnosi, secondo il seguente specchietto.

 

Tipo di errore diagnostico

Descrizione

Casi sul totale degli errori

diagnostici denunciati 

Omessa diagnosi

Mancata formulazione della diagnosi di una lesione o patologia

47,3%

Errata diagnosi

Formulazione di una diagnosi errata

34,8%

Ritardo diagnostico

Formulazione di una diagnosi corretta ma non tempestiva

13,4%

Errata lettura del referto

Errori nella lettura o comunicazione di un referto

4,5%

costo-risarcimenti-malasanita

Nel 2019, i sinistri in pronto soccorso hanno registrato un andamento del 7,4% sul totale dei casi di malasanità, in diminuzione rispetto all’anno precedente. Di questi, però, più dell’81% hanno causato lesioni e più del 18% si sono tradotti in casi di decesso.

Non deve quindi stupire che i casi di malasanità avvenuti in Pronto Soccorso portino al doppio dei procedimenti penali rispetto alla media delle altre Unità Operative della sanità.

Il costo medio associato a una pratica del Pronto Soccorso non è comunque tra i più elevati per una struttura sanitaria, comportando un esborso medio di 92.600 €, di cui l’importo liquidato medio è pari a 32.936 € per un errore di lettura del referto, a 59.854 € per l’omessa diagnosi, 60.241 € per diagnosi errata e 102.350 € per un ritardo diagnostico.

È bene ricordare che la malasanità in Pronto Soccorso ha delle conseguenze che vanno ben oltre il singolo sinistro. 

Come mette in risalto il Report, la mancata efficacia di una procedura di diagnosi porta spesso il paziente ad effettuare più ingressi il Pronto Soccorso, alimentando l’ormai consueto fenomeno del sovraffollamento del reparto, che può essere nuovamente occasione di ritardi ed errori. 

Ovviamente, errate e mancate diagnosi portano a un peggioramento del quadro clinico del paziente, da cui consegue un prolungamento della degenza, o ancora l’impiego di ulteriori trattamenti ed esami probabilmente evitabili evitabili, fino alle terapie errate, il caso più grave che può causare nella peggiore delle ipotesi decessi e lesioni gravi

Tutto ciò porta a un carico notevole per la sanità, che oltre a comportare più costi (siano essi pubblici o privati) aumenta le possibilità che si verifichino ulteriori casi di malasanità.

Pensi di essere stato vittima di un caso di malasanità?

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