La domanda è spontanea e lecita.
Nella maggior parte dei casi è la struttura sanitaria che, avvalendosi di una copertura assicurativa, risarcisce il danneggiato. Nei casi di prestazioni effettuate in strutture private, invece, può essere o la struttura o il medico stesso a dover rispondere del danno. Si assume che anche in quest’ultimo caso, esso riuscirà a risarcire il danno grazie alla copertura di una compagnia assicurativa.
La risposta alla domanda “chi paga?”, seppur semplice, è irrilevante agli occhi del danneggiato. Se il caso di malasanità viene accertato, alla vittima spetta un giusto risarcimento commisurato al danno. Il risarcimento sarà riconosciuto in egual misura, sia che si tratti di una prestazione in una clinica privata che in un ospedale pubblico.
Qualsiasi sia la casistica, il riconoscimento del danno causato da errore medico, e il conseguente risarcimento, non avvengono secondo una procedura immediata. Non è sufficiente che il danneggiato si rivolga direttamente al medico o alla struttura sanitaria pretendendo un risarcimento.
Affidandosi alle sole perizie di medico (magari lo specialista di cui non hai veramente bisogno) si corre il rischio di affrontare delle spese inutili e frustranti.
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