Casi di malasanità in Italia, le statistiche

Casi di malasanità in Italia, le statistiche

È stato pubblicato il 12° Report MedMal, un’istantanea sullo stato delle richieste di risarcimento e sinistri in Italia curata da Marsh. Il Report prende in esame un campione di Aziende Sanitarie pubbliche e private, mettendo in luce i dati sui casi di malasanità e richieste risarcitorie raccolti nel periodo tra il 2010 e il 2019 e riguardanti solo i danni direttamente collegati al percorso di cure del paziente.

Vediamo insieme alcuni di questi dati e scopriamo qual è lo stato delle richieste risarcitorie in Italia.

In generale, il trend di sinistri e casi di malasanità dal 2010 al 2019 registra il segno meno, attestandosi a un -1,3%. Questo a fronte di un numero medio di richieste di risarcimento per singola struttura abbastanza significativo: in un anno, una struttura sanitaria riceve infatti in media 30 richieste di risarcimento.

I sinistri si distribuiscono in modo diverso in base alla tipologia di struttura, che In Italia si distinguono in differenti livelli, ovvero:

• Presidi di primo livello, ovvero ASL, AUSL, ATS e servizi territoriali che offrono assistenza sanitaria di base;
• Aziende Ospedaliere di secondo livello, che si occupano di assistenza sanitaria specialistica oltre a servizi di terapia intensiva e di presa in carico pazienti complessi;
• Aziende Ospedaliere Universitarie, che svolgono servizi sanitari affiancati da attività di ricerca o accademica;
• Ospedali specializzati, ovvero strutture monospecialistiche di cardiologica, ortopedica, materno-infantile, geriatrica, neurologica.

Nelle Aziende Sanitarie di primo livello e monospecialistiche si registra ogni anno una media di sinistri inferiore rispetto alle Aziende Ospedaliere Universitarie e di secondo livello: se una ASL o un altro presidio di primo livello conta in media 27 sinistri, un’azienda universitaria specializzata ne registra ben 46.

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In media, un caso di malasanità viene denunciato entro 2,7 anni dal sinistro, fino a un massimo di 5 anni. Solo il 29% dei casi di sinistri porta a una richiesta di risarcimento danni entro i 6 mesi.

Se i tempi di apertura risultano così dilatati, altrettanto si può dire della chiusura delle pratiche risarcitorie per un caso di malasanità. La media di tempo per ottenere un risarcimento danni con liquidazione è infatti pari a 2,3 anni di attesa.

Dopo l’apertura di una richiesta, solo il 27% delle pratiche viene gestito entro un anno, per raggiungere il 90% entro 5 anni, con delle discrepanze significative a seconda che il sinistro preso in esame riguardi un danno o la morte del paziente vittima di malasanità. Il Report fa notare che sono soprattutto i sinistri aperti in caso di lesioni al paziente ad essere gestiti più velocemente, richiedendo in media un anno in meno rispetto ai casi di decesso.

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Guardando questi dati, non stupisce comunque il fatto che il numero di pratiche chiuse e liquidate superi quello delle pratiche ancora aperte. Il 62% dei sinistri è infatti concluso con liquidazione. Solo lo 0,5%, di richieste di risarcimento risulta parzialmente liquidato, mentre il restante 37,5% resta aperto.

Le richieste di risarcimento possono essere gestite attraverso diversi procedimenti. Il Report MedMal mostra quali sono quelli scelti maggiormente dagli italiani per aprire una domanda tra:

• Procedimenti stragiudiziali che includono le pratiche risolte senza l’intervento del giudice;
• Procedimenti civili, che riguardano le pratiche gestite in sede civile;
• Procedimenti penali, per pratiche portate avanti in sede penale;
• Mediazioni, ovvero pratiche risolte con mediazione, conciliazione o altri metodi alternativi di risoluzione delle controversie.

Tipo di procedimento

Percentuale di procedimenti aperti

Tempi medi di chiusura

Procedimenti stragiudiziali

71,3%

1,9 anni

Procedimenti civili

17,5%

4 anni

Procedimenti penali

6%

3,4 anni

Mediazioni

5,3%

2,4 anni

Come si può comprendere facilmente dalla tabella, i procedimenti stragiudiziali rappresentano la maggioranza delle richieste effettuate, seguiti dai procedimenti civili e penali, che insieme rappresentano il 23,5% del totale. Ancora poco limitato il ricorso alla mediazione, anche se sta leggermente aumentando rispetto al passato (+0,7%).

I tempi di chiusura di una pratica di risarcimento danni vanno di pari passo con la complessità del procedimento. Le pratiche stragiudiziali sono quelle più semplici e rapide: il fatto di non ricorrere alla pronuncia di un giudice abbatte infatti i tempi di gestione per ottenere la liquidazione (1,9 anni). Quasi il doppio del tempo serve invece per un procedimento civile (4 anni), seguito da quello penale (3,4 anni) e infine dalle mediazioni (2,4 anni).

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